lunedì 17 febbraio 2014

UE: Bando “Reti Europee” per una progettualità innovativa


Se tra i nostri lettori esistono operatori e organizzazioni culturali, ecco un bando interessante. Si tratta di European Networks (Reti Europee, EAC/S18/2013), l'ennesimo invito incluso nel grande contenitore di Europa Creativa.
Il suo scopo è selezionare reti strutturate di organizzazioni con sede in almeno 15 diversi Stati Membri e interessate a lavorare a livello transnazionale.
A quale scopo? Condividere informazioni ed esperienze, progetti e know-how.
Il fine ultimo? Promuovere la crescita professionale e una progettualità innovativa ed efficace.
Tra i punti di maggior rilievo, come sempre nella politica culturale della UE, troviamo la valorizzazione delle opportunità offerte dal digitale in vista dell'onnipresente target “ampliamento dell'audience”. Audience: vera e propria parola d'ordine della CE, che al riguardo ha steso un documento di linee guida utili.

Quanto allo specifico del bando, si richiede che ogni organizzazione candidata lavori nel settore culturale e/o creativo da almeno due anni.
Si parlava però di “reti”, la cui parola non deve spaventare. Per entrare a farne parte, è sufficiente proporsi come potenziale partner registrandosi presso il sito ProgrammaEuropa per i Cittadini, che permette anche di accedere a un database di altri partner potenziali, o su @CreativeSpace.

Quali proposte sono presentabili in sede di candidatura? Come recita il bando Reti Europee:
  • meetings e workshop per lo scambio di informazioni;
  • analisi comparative su politiche e programmi per lo sviluppo delle conoscenze e competenze;
  • preparazione di newsletter e database per gli operatori culturali.
La data di scadenza è il 19 marzo 2014.

Per gli operatori e le associazioni intraprendenti e animate da seri intenti progettuali, alla ricerca di confronti, crescita e contatti, Reti europee mi sembra un'opportunità importante. L'UE interverrà finanziando fino all'80% del budget, puntando di nuovo sulla professionalizzazione e internazionalizzazione delle attività dei suoi Stati Membri, in nome di una cultura europea ancora in gran parte da costruirsi e il cui sviluppo sarà inevitabilmente intrecciato alla crescita economica e sociale del nostro continente.
 
 

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