martedì 24 giugno 2014

Cultura a #Bologna 4 – La Libreria delle Moline

Oggi voglio raccontarvi qualcosa della storica Libreria delle Moline. È un luogo prezioso in cui trovano ospitalità reading dei vivaci gruppi letterari bolognesi e presentazioni di libri che vale sempre la pena conoscere. Ma è anche speciale per la sua storia. 

Il suo nome deriva dalla via delle Moline che la ospita al n. 3, sotto i bei portici che conducono direttamente alla via Zamboni dell’Università. La Libreria si trova proprio immersa nella vivacità dell’ambiente giovanile e culturale bolognese. 

Se la visiterete, entrerete in uno piccolo spazio che non ha nulla a che vedere con i saloni immensi e i meandri delle grandi catene, né con le loro vetrine piene di bestseller. Laggiù in fondo, qualche gradino vi condurrà a un breve corridoio rivestito di libri, e poi al seminterrato, il “salotto” per gli appuntamenti d’autore, a cui si assiste circondati da volumi che si possono sfogliare nell'attesa. La Libreria delle Moline vi circonda di libri: è impossibile non sentire l'impulso a sfogliarli.

La sua gentilissima proprietaria attuale è Marta Montevecchi, ma la Libreria delle Moline è stata fondata da suo marito, Grigorios Kapsomenos. È lui ad averla resa storica. Tutti lo chiamavano Gregorio. Era un greco fuoriuscito dal suo Paese all’epoca dei colonnelli. Libertario e antifascista, portò i suoi ideali in Italia dove collaborò con i compagni esuli e italiani. Ma era anche uno spirito umanistico e un amante dell’editoria. 

Zaino in spalla”, il «nomade del libro» si metteva alla ricerca dei volumi più preziosi e introvabili. Se inciampava in qualche testo fuori catalogo ma imperdibile, lo fotocopiava e lo distribuiva (possiamo dirlo? sì!). Chi l’ha conosciuto, ricorda la sua memoria prodigiosa e la sua disponibilità a consigliare i clienti, che entravano “da Gregorio” anche solo per scambiare due parole o per vedere se quel detective e pirata di libri avesse scovato qualcosa di nuovo. Da lui si poteva uscire con una bibliografia completa per una tesi. E si imparava anche a muoversi in piccoli spazi: la libreria traboccava di pile di libri che obbligavano a spostarsi tra stretti corridoi, ascoltando i pezzi di jazz e classici in sottofondo. 

Grazie a colui che tutti chiamavano Gregorio e che non si laureò mai in ingegneria (gli mancò sempre un esame), la Libreria delle Moline diventò un luogo di resistenza culturale e un antro di meraviglie da scoprire giorno dopo giorno.

È commovente ma non così incredibile allora quello che è accaduto nel 2012, a un anno dalla morte del suo fondatore. A Marta Montevecchi arriva un avviso di sfratto, e Bologna si mobilita. Il Professore universitario Raffaele Salinari riesce a organizzare una colletta tra i clienti della Libreria. A seguire vengono organizzati reading e concerti, inaugurati dall'iniziativa spontanea del cliente affezionato Marco Dal Pane. Grazie all'“azione di resistenza” contro la scomparsa di una di quelle librerie che sono autentici spazi culturali, noi possiamo entrare ancora alla Libreria delle Moline. Spero che lo farete anche voi, se passerete per Bologna.


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