Il
percorso è stato lungo, ma forse nella primavera del 2014 si
arriverà a una
nuova
legislazione europea sui diritti d'autore, dopo la consultazione
lanciata dall'UE
che
chiuderà i battenti il
5
marzo 2014.
In quest'occasione tutti – da stakeholder
a
consumatori, da case di produzione ad artisti, da organizzazioni
private ad autorità pubbliche – possono offrire il loro contributo
in vista della tanto attesa revisione delle norme sul copyright.
La
volontà c'è e sembra buona, se leggiamo le parole del Commissario
del Mercato Interno e dei Servizi Finanziari Michel
Barnier:
«La mia visione del diritto d'autore è quella di uno strumento
moderno ed efficace che sostenga la creatività e l'innovazione,
permetta l'accesso a contenuti di qualità, anche a livello
transnazionale, che incoraggi gli investimenti e potenzi la diversità
culturale. La nostra politica sul diritto d'autore nell'UE deve stare
al passo coi tempi», cioè con l'era
digitale.
(già qui: http://www.sulromanzo.it/blog/l-ue-apre-una-consultazione-pubblica-sul-diritto-d-autore)
Ovvio
che la questione sia delicata e che siano alquanto variegati i pareri
sui risultati raggiunti finora. Infiniti gli scudi alzati contro il
Satana pirateria. Ma i
criteri di un fair
use
del
web devono essere aggiornati
e armonizzati all'interno
degli Stati Membri,
ribadisce la CE, che in questa direzione si era mossa fin dal 2010.
È
però nel 2012 che si è seduta al tavolo con gli stakeholder.
Dal confronto, chiamato Licences for Europe,
si è arrivati nel 2013 alla stesura di quattro documenti inerenti:
- la possibilità di accedere a contenuti web di qualunque Stato Membro;
- la stesura di norme chiare circa l'uso di materiale coperto da copyright da parte di utenti su piccola scala (pensiamo a certi video, audio e immagini su YouTube o Facebook, in cui troviamo copiati o re-mixati contenuti eterogenei; spesso gli uploader, anche volendo, non riescono a districarsi nella legislazione sul copyright, e tanto meno riescono a farlo gli utilizzatori finali, che a loro volta copiano e re-mixano);
- la disponibilità di una cineteca free on line, soprattutto per i film fuori distribuzione, a uso sia privato sia commerciale;
- lo sviluppo della tecnologia TDM, che permetterebbe a studiosi e ricercatori di accedere liberamente a una molteplicità di fonti on line, ma che richiede accordi tra i proprietari dei materiali, oltre a piattaforme mirate.
Ecco,
questi sono solo alcuni dei punti per cui l'UE ha chiesto la
partecipazione dei suoi cittadini. Chi voglia maggiori informazioni e
intenda fornire il proprio input,
clicchi sul link per accedere alla pagina dedicata alla
consultazione.
E
poi forse arriverà anche la primavera del nuovo diritto d'autore a
marchio UE, per la felicità (speriamo) di ricercatori, cinefili,
curiosi di ogni oltreconfine culturale, di qualunque internauta in
effetti. Senza dimenticare le imprese che si occupano di copyright,
il cui mercato pare tra le più promettenti fonti di crescita
occupazionale,
purché venga accettata la sfida tecnologica.
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