Un
documentario ma, prima ancora, un
atto di disobbedienza
civile.
Questo è Io
sto con la sposa,
il film approdato
alla 71a
Mostra del Cinema di Venezia, fuori concorso nella sezione Orizzonti,
e
prodotto
grazie a un crowdfunding di entità unica in Italia.
A
realizzarlo è stato un trio motivatissimo: Antonio
Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry.
Filmmaker il primo; giornalista free lance il secondo; poeta, grafico
e critico letterario di origine siriano-palestinese il terzo,
residente a Milano dal 2009.
Permettetemi
qualche parola in più sul giovanissimo Gabriele Del Grande, che nel
2006 ha fondato l'osservatorio
Fortress
Europe,
a cui è seguita la creazione dell'omonimo
interessantissimo blog
che
dà notizia
in tempo reale, giorno per giorno, dei decessi di coloro che hanno
tentato di entrare nella "Fortezza Europa" e nel Maghreb
dal 1998. Vi troverete anche informazioni sulle molteplici attività
di un giornalista indipendente che ha vissuto i conflitti
in Libia e Siria;
che ha scritto libri frutto delle sue ricerche e dei suoi incontri;
che ha, alla fine, deciso di prendere una posizione in merito alla
condizione degli uomini, delle donne e dei bambini in fuga da Paesi
in guerra e in cerca di asilo politico. In Italia, se ci arrivano,
vengono radunati in centri nemmeno più chiamati "di
accoglienza". La validità del loro passaporto non è
riconosciuta dalle ambasciate europee. Per proseguire il loro
viaggio, si trovano costretti a ricadere nelle mani dei
contrabbandieri libici ed egiziani già generosamente pagati perché
li trasbordassero sulle coste settentrionali del “mare solo
nostrum”. Lo impongono le leggi. «A
meno che a quelle leggi qualcuno non decida di disobbedire. Noi
l'abbiamo fatto»,
dichiarano i tre autori a esordio di Io
sto con la sposa.