Concerning
violence è un viaggio nel
mondo della colonizzazione dal punto di vista di un colonizzato,
secondo la studiosa Gayatri Chakravorty Spivak.
È lei a presentare un film crudo, prezioso (per le interviste e le
immagini d'archivio) e violentissimo, benché non vi sia quasi
traccia di immagini cruente.
Coproduzione
internazionale diretta da Göran Hugo
Olsson, il
documentario ripercorre le fasi della colonizzazione europea in
Africa
(dal Burkina Faso al Mozambico, dalla Rhodesia all'Angola). Si
attraversano, così, le tappe della conquista, dell'insediamento dei
coloni (accompagnato da operazioni di varia “civilizzazione” e
indottrinamento) e dello sfruttamento neocolonialista che non uccide
più (non conviene: serve manodopera). In parallelo, si assiste alla
cancellazione delle identità
culturali locali. Ma la conclusione
è costruttiva. L'Africa che ha perduto sé stessa, per costruirsi
una nuova identità deve attingere a modelli non europei. Serve,
insomma, «un nuovo essere umano», che Olsson ci permette di
intravedere in embrione.
Concerning
violence è un documentario di forte
impatto ed efficacissimo nel renderci partecipi della violenza
brutale di un colonialismo
con cui l'Europa dovrebbe fare i conti fino in fondo. Dovrebbe farli,
soprattutto, con l'humus politico
e culturale che ne ha permesso lo sviluppo.
Il
film di Olsson è un film militante.
Non dobbiamo sorprenderci, essendo ispirato e dedicato a uno
dei più noti e importanti ideologi della decolonizzazione, Frantz
Fanon. Nel
1961, a soli 36 anni, più precisamente nelle ultime dieci settimane
di vita del martinicano ormai vicino alla morte per leucemia, stende
I dannati della terra
(Einaudi, 2007).
Fanon
è stato un pensatore controverso. Riteneva
che il povero fosse costretto alla violenza, vista come l'unica
risposta possibile data l'assenza di risposte e la legittimazione
della violenza coloniale. Anzi,
secondo il filosofo, la violenza ha un potere liberatorio perché
solleva il colonizzato dalla sua condizione di impotenza,
permettendogli di recuperare il suo amor proprio. Oggi (più che
allora, forse) potremmo rileggerlo per acquisire una più lucida
consapevolezza di quanto accaduto, delle conseguenze del colonialismo
sulle popolazioni che ne furono vittime e per riflettere su come si
possa reagire alla violenza organizzata di stato.
Di
Fanon è l'espressione “Terzo Mondo”,
che non ha nulla dell'accezione spregiativo-diminutiva con cui spesso
gli occidentali la pronunciano, bensì è rivendicazione orgogliosa
di un'Africa di cui è stupenda allegoria la giovane donna senza
braccia su cui l'occhio di Olensen (insieme al nostro) indugia a
lungo, attratto e incantato dalla sua potenza figurativa e poetica.
Non
si pensi, dunque, a Concerning
violence come a un documentario che
mostri in modo voyeuristico la violenza o che, tanto meno, la inciti.
È un film che fa riflettere sulla violenza coloniale e, in verità,
su ogni forma di violenza su piccola e, soprattutto, su larga scala.
È un film che parla molto alla nostra contemporaneità, dunque.
Quando, quanto e in quali modi può essere inflitta violenza e come
vi si può reagire, a livello individuale e collettivo?
Che
la violenza aperta sia assente può essere un segno (controcorrente)
di rispetto e decoro, ma anche una chiave di lettura. Il film intende
anche (forse soprattutto) essere, del resto, una
denuncia dell'arroganza e dell'ipocrisia europee,
il cui spettacolo ci apparirebbe misero e grottesco, se non avesse
condotto e non conducesse a esiti fatali. Scorrono immagini e parole
di colonizzatori che dialogano con estratti dai Dannati
della terra letti dalla cantante e
attivista Lauryin
Hill e che
costituiscono il punto di partenza, sebbene parziale, della
riflessione di Fanon. La violenza
trae origine e nutrimento dal vuoto senso di superiorità (ben
strumentalizzato) e dagli pseudo-valori eurocentrici di cui si sono
ammantate la politica e la cultura del nostro continente. Il sangue e
le ferite non ne sono che la conseguenza.
Non è, dunque, necessario esporli.
Il
documentario di Olsson è disponibile anche su youtube.
Guardatelo, perché Concerning
violence ci riguarda, e molto da
vicino.
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