«Giudaica
perfidia». Uno stereotipo antisemita fra liturgia e storia
è il titolo dell'ultimo libro di Daniele
Menozzi, professore ordinario di Storia contemporanea presso la
Normale di Pisa. Ho incontrato lo studioso in
occasione della presentazione del suo saggio, edito da il Mulino,
presso l'Archiginnasio
di Bologna. La conversazione, che ha toccato figure e temi cruciali
della contemporaneità (da papa Francesco al
conflitto tra Israele
e Palestina),
è ruotata intorno all'espressione «giudaica perfidia» presente
nella liturgia cattolica del Venerdì santo e che, per il professore,
è stata un potente strumento per il radicarsi
dell'antisemitismo nell'immaginario collettivo cristiano-europeo.
Con un rigore che non rinuncia alla comunicatività, il volume
ripercorre, infatti, la storia e l'incidenza della locuzione
attraverso l'età contemporanea con inevitabili quanto necessari
riferimenti socio-politici, nella fiducia che una ricostruzione
storica puntuale e razionale sia il migliore (se non l'unico)
antidoto al perdurare e all'ulteriore diffusione di pregiudizi che,
radicati nel profondo delle coscienze, si prestano a essere facili
strumenti di manipolazione politica.
Prima di entrare nel merito del suo libro, potrebbe chiarirci i concetti di giudaismo, semitismo, sionismo e relativi anti-?
In «Giudaica perfidia» ho usato con attenzione i termini “giudaico” e “semita”, proprio perché c'è un problema di antigiudaismo e antisemitismo. Quando si parla di giudaismo, si parla essenzialmente di religione mosaica. L'antigiudaismo esprime, perciò, una posizione di antitesi nei confronti della religione mosaica. È la posizione che il Cristianesimo ha mantenuto per molto tempo, fin dai primi secoli, in quanto ha voluto solo sottolineare la differenza rispetto alla religione da cui proveniva, oltre al pericolo che questa religione rappresentava.
Prima di entrare nel merito del suo libro, potrebbe chiarirci i concetti di giudaismo, semitismo, sionismo e relativi anti-?
In «Giudaica perfidia» ho usato con attenzione i termini “giudaico” e “semita”, proprio perché c'è un problema di antigiudaismo e antisemitismo. Quando si parla di giudaismo, si parla essenzialmente di religione mosaica. L'antigiudaismo esprime, perciò, una posizione di antitesi nei confronti della religione mosaica. È la posizione che il Cristianesimo ha mantenuto per molto tempo, fin dai primi secoli, in quanto ha voluto solo sottolineare la differenza rispetto alla religione da cui proveniva, oltre al pericolo che questa religione rappresentava.