Oggi
voglio raccontarvi qualcosa della storica
Libreria delle Moline.
È un luogo prezioso in cui trovano ospitalità reading dei vivaci
gruppi letterari bolognesi e presentazioni di libri che vale sempre
la pena conoscere. Ma è anche speciale per la sua storia.
Il
suo nome deriva dalla via delle Moline che la ospita al n. 3, sotto i
bei portici che conducono direttamente alla via Zamboni
dell’Università. La Libreria si trova proprio immersa nella
vivacità dell’ambiente giovanile e culturale bolognese.
Se
la visiterete, entrerete in uno piccolo spazio che non ha nulla a che
vedere con i saloni immensi e i meandri delle grandi catene, né con
le loro vetrine piene di bestseller.
Laggiù in fondo, qualche gradino vi condurrà a un breve corridoio
rivestito di libri, e poi al seminterrato, il “salotto” per gli
appuntamenti
d’autore,
a cui si assiste circondati da volumi che si possono sfogliare
nell'attesa. La Libreria delle Moline vi circonda di libri: è
impossibile non sentire l'impulso a sfogliarli.
La
sua gentilissima proprietaria attuale è Marta Montevecchi, ma la
Libreria delle Moline è stata fondata da suo marito, Grigorios
Kapsomenos. È lui ad averla resa storica.
Tutti lo chiamavano Gregorio. Era un
greco fuoriuscito dal suo Paese all’epoca dei colonnelli.
Libertario
e antifascista, portò i suoi ideali in Italia dove collaborò con i
compagni esuli e italiani. Ma era anche uno spirito umanistico e
un amante dell’editoria.
“Zaino
in spalla”, il «nomade
del libro» si
metteva alla ricerca dei volumi più preziosi e introvabili.
Se inciampava in qualche testo fuori catalogo ma imperdibile, lo
fotocopiava e lo distribuiva (possiamo dirlo? sì!). Chi l’ha
conosciuto, ricorda la sua memoria prodigiosa e la sua disponibilità
a consigliare i clienti, che entravano “da Gregorio” anche solo
per scambiare due parole o per vedere se quel detective e pirata di
libri avesse scovato qualcosa di nuovo. Da lui si poteva uscire con
una bibliografia completa per una tesi. E si imparava anche a
muoversi in piccoli spazi: la libreria traboccava di pile di libri
che obbligavano a spostarsi tra stretti corridoi, ascoltando i pezzi
di jazz e classici in sottofondo.
Grazie
a colui che tutti chiamavano Gregorio e che non si laureò mai in
ingegneria (gli mancò sempre un esame), la Libreria delle Moline
diventò un
luogo di resistenza culturale e un antro di meraviglie da scoprire
giorno dopo giorno.
È
commovente ma non così incredibile allora quello che è accaduto nel
2012, a un anno dalla morte del suo fondatore. A Marta Montevecchi
arriva
un avviso di sfratto,
e Bologna si mobilita.
Il Professore universitario Raffaele Salinari riesce a organizzare
una colletta tra i clienti della Libreria. A seguire vengono
organizzati reading e concerti, inaugurati dall'iniziativa spontanea
del cliente affezionato Marco Dal Pane. Grazie
all'“azione di resistenza” contro la scomparsa di una di quelle
librerie che sono autentici spazi culturali, noi possiamo entrare
ancora alla Libreria delle Moline.
Spero che lo farete anche voi, se passerete per Bologna.
Nessun commento:
Posta un commento