È
stato un film difficile da portare a termine, ha confessato il
produttore. Tutta la stampa contro: come si poteva raccontare un
mito? Ma la sceneggiatura forte c'era, ed era stato trovato anche il
volto giusto: André3000 (già cantante e fondatore degli
Outkast). Benché non sempre eccelso, il film ci offre dunque una
prospettiva inedita su Hendrix, raccontando all'incirca un anno di
vita: quello del periodo londinese pre-Monterey.
Si parte con
Jimi che suona nei locali di Seattle, dove viene notato da
Linda Keith (la ragazza di Keith Richards). Ed è l'inizio di un percorso di formazione personale e
artistico. Sarà Linda a spingere Hendrix a non accettare qualunque
offerta con rassegnazione, a stimolare in lui l'ambizione, la
disciplina, il coraggio di mostrarsi (ad esempio proponendosi per
suonare insieme a un già noto Eric Clapton, che, ai primi accordi del giovane americano, abbandona il palco). Sarà ancora Linda Keith che lo porterà a Londra,
dove si svilupperà l'identità artistica del musicista. Pochi e
rapidi gli accenni a droga e sesso: non contano. Scopriamo semmai il
giovane dolce e scontroso, ferito e riservato, «profondo in modo
insopportabile», che riversa tutta la sua energia
suonando quell'estensione del suo corpo plastico che è la chitarra
elettrica. Monterey non è raccontato: è l'esito del suo viaggio
alla scoperta della propria via.
Ma
a Monterey
è dedicato il bel documentario Jimi
Plays Monterey
di Chris Hegedus e D. A. Pennebaker, uno dei primi rockumentary
della storia del cinema, montato nell'86 a partire dai filmati girati
sul palco in cui il musicista semisconosciuto sconvolse gli
spettatori e si impose sulla scena musicale.
Pennebaker,
pure lui presente in sala, ha raccontato come fu possibile riprendere
tutto avvicinandosi a pochi centimetri da Hendrix.
Accadde che i registi vennero invitati a riprendere l'evento. Ma la
pellicola costava cara, così decisero di filmare solo una canzone
per artista. Una lampadina rosa sul palco avrebbe segnalato la
canzone scelta ai cameraman, autorizzati per l'occasione a muoversi
liberamente sul palco. Con Hendrix, quella lampadina non si spense
mai. E si dovette correre a Los Angeles a comprare altra pellicola.
I filmati del '67 sono poi stati ripresi e rimontati, preceduti solo da un breve richiamo storico. E ci mostrano il gigante che Hendrix è diventato.
Così noi
saliamo sul palco di Monterey e ci troviamo vicinissimi a Hendrix.
Lo vediamo muoversi libero, selvaggio e sensuale, coi suoi abiti
sgargianti e le sue piume di struzzo, vulcanico ed erotico.
Un
ringraziamento è d'obbligo alla 10^ di Biografilm Festival, che
unisce la ricerca del nuovo alla riproposta del noto ma di valore
che, come spesso accade, non trova molti canali di distribuzione. I
due lavori saranno proiettati a più riprese nel corso del Festival,
che chiuderà i battenti il 16 giugno.
Controllate il programma, se volete un Hendrix che forse non avete
mai visto.
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