Non mi convince molto, ma penso che Geografia commossa dell'Italia interna (Bruno Mondadori, 2013) sia degno di riflessione, in un'epoca disorientata come quella in cui viviamo. Si tratta di un esile volumetto che raccoglie brevi prose, alcune già apparse su quotidiani come «il manifesto», del poeta, documentarista e paesologo Franco Arminio. Chi non sapesse nulla sulla “paesologia”, ha qui a disposizione un utile “breviario”, oltre che un’occasione per apprezzare la prosa poetica dello scrittore di Bisaccia.
Ipocondriaco, soggetto ad attacchi di panico, malinconico e riflessivo, attentissimo ai particolari, Arminio ama attraversare i paesi desolati, appartati, trascurati o travolti dalla modernizzazione capitalistica. E li attraversa col corpo, non con la mente che analizza e investiga; si abbandona alle percezioni, al flusso di visioni, odori, incontri che gli regala il muoversi nell’Italia mediterranea, di confine in confine. «Quasi tutti i giorni vado in giro per i paesi, vado a vedere che aria tira, a che punto è la loro salute e la loro malattia. Vado per vedere un paese, ma alla fine è il paese che mi vede, mi dice qualcosa di me, che nessuno sa dirmi», afferma lo stesso Arminio nel film documentario Di mestiere faccio il paesologo dedicato al poeta da Andrea D’Ambrosio (il DVD corredato da volume è stato pubblicato da DeriveApprodi nel 2011).